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domenica 13 settembre 2015


TORO SEDUTO (1830-1890)

Ecco cosa diceva questo grande personaggio della Storia sulla nuova società che stava avanzando, e che ben presto sterminò non solo la sua razza, ma quella di un intero continente.


   

Toro Seduto Nacque a Hunkpapas, lungo il Grande Fiume, nel Dakota. Fu uno dei capi principali che negoziarono il Trattato di Fort Laramie, nel 1868, con il quale gli Stati Uniti si impegnavano ad abbandonare diversi forti e a rispettare l’area sacra delle Black Hills. Toro Seduto era noto come un grande guerriero e in tarda età divenne una guida spirituale.

Nel giugno 1876, eseguì la Danza del Sole per trentasei ore consecutive e al termine ebbe una visione secondo la quale le truppe del generale Custer sarebbero state sconfitte nella famosa battaglia di Little Bighorn, in cui il settimo cavalleria fu annientato. Egli disse della battaglia: “Non dite che fu un massacro. Vennero per ucciderci e invece furono loro ad essere uccisi”. Toro Seduto ebbe un vasto consenso da parte del suo popolo e rappresentò un ostacolo enorme per gli sforzi dei bianchi di assoggettare i Dakota (Sioux è un termine dispregiativo).

Dopo varie vicissitudini, che videro progressivamente ridursi le concessioni ottenute con anni di lotte, Toro Seduto fu assassinato con un colpo alla testa, mentre 43 poliziotti ti indiani rinnegati cercavano di arrestarlo, nel dicembre 1890, pochi giorni prima del massacro di Wounded Knee.



 #1 Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.

#2 È strano, ma vogliono arare la terra, e sono malati di avidità. Hanno fatto molte leggi, e queste leggi i ricchi possono infrangerle, ma i poveri no. Nella loro religione i poveri pregano, i ricchi no. Tolgono denaro ai poveri e ai deboli per sostenere i ricchi e i potenti.

#3 Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere.

#4 Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo; per noi il Paradiso è la Terra.
Quando ci avete rubato la Terra ci avete rubato il Paradiso.

#5 Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

#6 La primavera è tornata, il sole ha abbracciato la terra…
Presto vedremo i figli del loro amore…
Ogni seme, ogni animale si è svegliato…
Anche noi siamo stati generati da questa grande forza…
Per questo crediamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano il nostro stesso diritto a vivere su questa terra!

#7 L’uomo appartiene alla terra. La terra non appartiene all’uomo.

#8 Se il grande spirito mi avesse voluto bianco, mi avrebbe creato così. Ha messo nei vostri cuori alcuni desideri ed altri nel mio, e sono ben diversi. Non è necessario per un’aquila essere un corvo.

#9 L’uomo talvolta crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma si sbaglia.
Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione non è quella di sfruttare, bensì è
quella di sorvegliare, di essere un amministratore. L’uomo non ha ne potere, ne privilegi.
Ha solamente responsabilità.

#10 Toro Seduto: La vostra gente stima gli uomini quando sono ricchi: perché hanno molte case, molta terra, molte squaw, non è così? Giornalista: Si… Toro Seduto: Bene, diciamo allora che il mio popolo mi stima perché sono povero. Questa è la differenza! [A un giornalista del New York Herald, 16 novembre 1887]

 

domenica 13 maggio 2012

Rothschild La Grande Truffa !!!

Tratto da http://rinascita.eu/ -

Il Grande Inganno: l' oro e la guerra

( di Gian Paolo Pucciarelli )

" ... L’idea del Rothschild diventa, nell’Europa rivoluzionaria e nei decenni a venire, criterio monetario, in base al quale si crea moneta e si lucra sul gettito fiscale."

Prima del 1914 un’oncia d’oro valeva 20 dollari in United States Note. Con una banconota da 20 dollari si comprava, al netto delle spese di cambio, una moneta d’oro del peso di gr. 31 circa. Oggi occorrono 50 banconote da 20 dollari (Federal Reserve Notes) per comprare la stessa moneta d’oro, ammesso che sia disponibile.



Il che sembra ovvio o, meglio, “fisiologico”. Tutto si spiegherebbe con la perdita, nel corso del tempo, del potere d’acquisto della moneta, ignorando il fatto che chiunque ne faccia uso deve simultaneamente farsi carico di un debito e assumere l’onere perpetuo di pagarne gli interessi.
Il che, beninteso, non è evidente, ma grazie alle alchimie politiche e alla scienza attuariale è economicamente corretto, anche se eticamente truffaldino.  La moneta a corso legale, infatti, non è soltanto un mezzo di pagamento, ma può diventare, con estrema facilità, lo strumento di speculazione del capitale privato.


Chi non ci crede, potrebbe dare un’occhiata al capitale di Bankitalia o della BCE in regime Euro (nell’anno Domini 2011). Ma dovrebbe anche chiedersi perché a Londra esiste il LBMA (London Bullion Market Association), inaccessibile luogo in cui viene quotidianamente fissato il prezzo dell’oro sul mercato mondiale.
Che la cosa avvenga dal 1919 (l’anno dei diffusi sospetti) è poco convincente, anche se rivestita di ufficialità. La pratica infatti risale al 1815, ma il vero precedente è del 1773. Allora l’idea di Mayer Amschel Bauer diventa tecnica finanziaria che condizionerà l’economia dell’età contemporanea.


Costui (Mayer Amschel) ha una piccola bottega a Francoforte sul Meno, ma non è artigiano, bensì mercante d’oro, come lo chiameranno più tardi almeno due generazioni di regnanti inglesi, cioè “The Goldsmith” (che significa anche “gold dealer”). Appellativo che gli resterà appiccicato anche quando suo figlio, Nathan Mayer, sarà nominato baronetto da Re Carlo III (dinastia Hanover) e da questi assunto in via permanente alla corte britannica, in qualità di consigliere economico di Sua Maestà.
L’idea (sulle prime assai peregrina) di Mayer Amschel Bauer consiste nel finanziare il Re (in oro) a patto che questi gli affidi il compito esclusivo di esattore delle imposte, ferma restando la facoltà del finanziatore di negoziare i certificati di deposito equivalenti su piazze diverse.

Il progetto è geniale, ma per realizzarlo occorre entrare nel giro della “Judengasse”, dove l’oro si scambia col denaro liquido in cospicue quantità e ben oltre la competenza di meno nobili strozzini che prosperano nei vicoli adiacenti.
Nel salto di qualità è anche opportuno assumere un nuovo cognome, che (per legge) si deve cambiare. Lo suggerisce uno scudo rosso (Roth-Schild), simbolo che troneggia sopra la vecchia bottega del banco dei pegni. Mayer Amschel diventa Rothschild. Ma è solo il primo passo. Occorre coinvolgere i grandi “Gold Dealers” di Francoforte, invitandoli a impiegare i loro sostanziosi capitali in operazioni più redditizie (rispetto a quelle correnti e limitate alla sola piazza della città sul Meno). Maestro nell’arte della persuasione e assai dotato di fiuto diplomatico, Rothschild instaura una sorta di colossale gioco senza frontiere, puntando l’intera posta sul tallone d’Achille delle grandi potenze, il bilancio.
Pretese imperialistiche e fermenti sociali non sono per lui che segnali indicatori del giusto investimento dei crescenti capitali di cui egli può gradualmente disporre.

L’oro è “moneta” internazionale, capace di comprare popoli e sovrani e di sostituirsi alle banconote correnti (lo sanno i monarchi sognatori e i rivoluzionari che rincorrono utopie). Ma può diventare un vincolo o costituire viceversa credenziale necessaria (e non sempre, sufficiente) alle manovre finanziarie che le circostanze politiche possono giustificare. Tutte cose che Rothschild intuisce, prevedendo possibilità di guadagno sulla convertibilità della moneta, ma lucrando anche sulla negoziazione dei certificati di deposito che l’equivalente in oro dovrebbero rappresentare. Fra controversie mai pienamente definite, nasce così il gold-standard.
Ma il dubbio sulla concreta esistenza d’una riserva aurea (corrispondente alla circolante moneta) è secolare, come del resto quello sulla variabilità del rapporto oro/moneta.

L’idea del Rothschild diventa comunque, nell’Europa rivoluzionaria e nei decenni a venire, criterio monetario, in base al quale si crea moneta e si lucra sul gettito fiscale.
Questo è possibile anche quando dell’oro non si dispone (o se ne è perso il possesso). Come?
Contrattando i certificati di deposito equivalenti alle Borse di Parigi, Londra e Francoforte, per farne fra l’altro riserva sostitutiva che giustifichi l’emissione di altre banconote (nel linguaggio Fed, “legal tender”), cioè denaro d’uso corrente.
Nella circostanza (al tempo dell’”illuminato” Mayer Amschel) si prospetta al Re l’opportunità di tutelare la difesa del Regno, acquistando armamenti.
L’oro, in caso di guerra, è garanzia reale, ma nei mercati finanziari si trattano i titoli che lo rappresentano. Lo impareranno, a loro spese, il Bonaparte a Waterloo e, centotrenta anni più tardi, Adolf Hitler.

S’inaugura così l’economia speculativa del libero mercato che mal sopporta gli equilibri politici e vede, nel conflitto armato, ghiotte occasioni di guadagno.



Rothschild si garantisce l’esclusiva competenza sulla negoziabilità dei certificati di deposito e l’eventuale agganciamento al gold-standard, costituendo Rothschild Houses, a Londra, Parigi, Vienna e Napoli, alla cui guida il neo banchiere colloca (Francoforte compresa) i suoi cinque figli.

L’ordine è imperativo: prima di cedere l’oro al Re, gli si fa sottoscrivere un contratto, in cui egli riconosce il debito (del regno) e autorizza il finanziatore ad emettere moneta, in quantità equivalente, attraverso una o più banche. Vale in tal senso il noto certificato di deposito, sottoscritto dal monarca, che dell’oro ha bisogno, per fare una guerra o soffocare una rivoluzione (oppure, come spesso accade, per risanare il bilancio). La convertibilità dell’oro in moneta corrente è utilissima nel caso in cui il Re diventasse insolvente o rifiutasse di seguire certi consigli politici. I cospiratori in tali evenienze si pagano in banconote, così come le rivoluzioni che, senza soldi, non si possono fare.
Nello stesso modo si finanziano anche le forze reazionarie, purché il successivo governo, nato dalla restaurazione, affidi a Casa Rothschild il controllo della finanza pubblica.

Il Network dello Scudo Rosso funziona alla perfezione, visti i tempi che corrono in Europa e nel Nuovo Mondo, dove la Corona inglese rischia di perdere il controllo politico e monetario della sua colonia nordamericana. Il capostipite dei Rothschild, oltre che astuto mercante, è attento osservatore di una società in fermento, in cui le tensioni fra classi s’avvicinano al punto di rottura, mentre si va affermando nel Vecchio Continente la forza del “Terzo Stato” o Borghesia.
Il Teatro europeo sembra ideale campo di applicazione della tecnica generatrice del debito pubblico permanente, per mezzo della quale si può trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.

Essa è suggerita dal principio secondo cui il denaro (alias certificato di deposito in oro, la cui concreta esistenza può anche essere ipotetica) è mezzo di pagamento liberatorio dai vincoli di un debito, che pur dipende dal… dove e quando. Cioè dalla diversa valutazione dell’oro o del certificato che lo rappresenta. Questo spiega, fra l’altro, perché Edoardo III nel 1345 rifiutò di aderire alle richieste del banchiere Bardi di Firenze. Infatti, perdurando allora la Guerra dei Cent’Anni, la quotazione dell’oro era alle stelle nel Regno Inglese (grazie all’alta richiesta del metallo prezioso, destinato all’acquisto di armi e alla costituzione di nuovi eserciti) e costituiva pretesto per non soddisfare le pretese del banchiere fiorentino (che chiedeva, documenti alla mano, la restituzione della stessa quantità d’oro a suo tempo prestata al Monarca).
Capitale che, convertito in fiorini, “valea un Regno” come ci racconta il Villani, perché riferito al prezzo dell’oro, ma in circostanze e tempi diversi.

Quattrocento anni dopo, grazie al suo intuito, Rothschild può ovviare all’inconveniente mettendo in gioco i mercati finanziari (Amsterdam, Londra, Francoforte e più tardi Parigi e New York), nei quali sono negoziati i certificati di deposito. Di mezzo c’è sempre “Re Mida”, che ha messo insieme un bel mucchio di questi documenti rappresentativi e intende investirli dove l’oro vale di più: sulla piazza in cui c’è maggiore richiesta, perché si prevede una guerra e un aumento di spesa per gli armamenti, oppure un moto rivoluzionario e la fornitura d’armi e denaro agli insorti. Il clima teso, originato da spinte imperialistiche e prospettive d’indipendenza, agevola l’impiego di capitali (oro o corrispondenti certificati).
Ma, come già osservato, se il Re deve fare la guerra, il prezzo dell’oro sale. Di conseguenza uno scaltro investitore, messo nelle condizioni di poterlo fare, favorisce lo scoppio del conflitto, nascondendo opportunamente i meno nobili intenti che lo causano.

Il banchiere del Re, che non può ignorare i rapidi sviluppi del razional-liberalismo, troverà infatti buone occasioni d’investimento nel finanziare anche quelli che al Re si oppongono, a condizione che l’”affidamento” (o debito) sia poi pagato sotto forma di tributo dai cittadini contribuenti. Il ruolo del banchiere prevede dunque l’eventualità ch’egli possa, all’occorrenza, farsi portavoce di masse oppresse, se ciò favorisce i suoi obiettivi finanziari, non escludendo l’ipotesi di un proprio decisivo sostegno al presunto oppressore, contro cui sarà legittimo finanziare una guerra di liberazione. Quest’ultima rientra in tal modo nel novero delle guerre giuste, finanziariamente sostenute, allo scopo di trarne comunque un profitto.


Casa Rothschild diventa specialista del settore e opera attraverso una rete di selezionati agenti, sparsi in Europa, Asia e le due Americhe.

Nella Francia di Luigi XVI si nota l’allarmante aggravarsi del debito pubblico che sfiora nel 1783 il picco insostenibile di 1.640 milioni di “livres”, grazie alle incaute manovre del Ministro delle Finanze Calonne, che già è ricorso al mercato dell’oro gestito dal Rothschild. Le tasse a carico dei contadini non bastano a pagare gli interessi. S’impone la famigerata “taglia”, classica goccia che fa traboccare il vaso. E il resto che segue è noto. I titoli del Regno francese sono trattati alla Borsa di Francoforte e Londra che ne determinano un sensibile calo, tanto da indurre Parigi a sospendere le contrattazioni. Al Re che non paga si taglia la testa e… nasce l’età contemporanea.
A Londra si costituiscono le prime “Accepting Houses” nei cui forzieri è custodita gran parte del Tesoro della Corona francese. La regìa della finanza londinese è affidata a Nathan Mayer Rothschild, il quale propone l’immediato sganciamento della sterlina dal gold standard quando si forma la Settima Coalizione che a Waterloo dovrà porre fine all’aggressività e ai sogni utopistici del Bonaparte, che da anni saccheggia l’oro di mezza Europa, Nord Africa e Russia. Sono queste le due facce del gold standard, sorta di feticcio che nasconde da un lato le virtù del Sacro Graal e nel rovescio il codice della perfetta fregatura.


Gli Stati Uniti hanno conquistato l’indipendenza politica, ma l’economia americana è sempre più schiava del “Metodo Rothschild”, grazie ad un meccanismo funzionale alla pratica del noto Fiat Money, che molti già chiamano London Connection.
Qualcosa che ricorda il “Trick or trade?” e la tradizione di Halloween. Si tramanda anch’essa da padre in figlio, come le generazioni di banchieri internazionali.
Così, le crisi economiche, ricorrenti dal 1837, quasi eguagliano in frequenza gli scherzetti di fine ottobre, come l’ordine di richiamo, improvviso e ingiustificato, dei “crediti a breve termine” e simili stregonerie bancarie. È il trucco che negli States (e non solo) causa insolvenze a catena, crack finanziari e sindromi da panico collettivo. Il trade è l’ovvia fase successiva che, tradotta, significa aumento del tasso di sconto e del gettito fiscale, diminuzione del potere d’acquisto della moneta e ulteriore indebitamento pubblico.
In questo modo indipendenza e autonomia (politica ed economica) vanno a farsi benedire.

Nel complesso gioco imperialistico del primo Novecento, si misurano astuzia finanziaria e la potenza delle armi, perché la posta in palio è il controllo dei territori ricchi di materie prime e, in particolare come già ricordato, del petrolio.
L’indebitamento dello Stato precede dunque l’emissione di moneta, cioè un flusso di liquidità da impiegare con urgenza per non causare ulteriore inflazione e passivi insostenibili.
I mercati finanziari stimolano così gli investimenti pubblici, obbligando lo Stato ad aumentare le spese per gli armamenti.
Cosa fa uno Stato indebitato e ben provvisto di armi? Cerca di usarle, per limitare il passivo. E poi perché le armi non impiegate sono inutili – servono come deterrente, ma non migliorano i bilanci – il loro impiego, dietro i più banali pretesti e le più artefatte provocazioni, può trasformare un passivo in attivo, fino a quando non interviene un altro Stato, pieno di debiti, ma armato fino ai denti che è costretto a proporsi come belligerante.
Una sorta di reazione a catena, come quella ben meditata dai Rothschild, nel periodo che precede la Prima Guerra Mondiale. Debito, economia instabile, passivi insostenibili, ampia disponibilità di armamenti, obbligo al loro impiego, guerra.

Ecco lo scenario che si delinea in Europa, all’indomani dell’entrata in vigore del Federal Reserve Act (gennaio 1914), quando inizia la piena attività della Federal Reserve Bank of New York, strumento operativo della Bank of England, che a sua volta è in stretta connessione con la House of Rothschild.
Woodrow Wilson è ottimo giurista che non prescrive rimedi, come egli stesso confessa. Lasciando intendere che corruzione e degrado morale possono serpeggiare al Congresso e alla Casa Bianca, sotto gli occhi del Presidente, come se non fosse sua competenza e dovere adottare opportuni provvedimenti per eliminarli. A Washington però come nell’Atene di Pericle, libertà e democrazia sono miti dell’Olimpo, che vendono bene. Basta confezionarli come pregiata merce d’esportazione.
All’uopo viene fondata l’American International Corporation, secondogenita del Federal Reserve System e gigantesca rete del Corporate Banking.
La politica americana, che non rinuncia al costante richiamo al suo breviario mitologico, inaugura così la grande missione di propaganda fede, secondo un nuovo, perfezionato rituale, capace di nascondere, all’ombra di un mito, il raggiro e la truffa, pur evidenti, ma tanto consueti da essere infine ammissibili, perché origine di un mortificante, colossale e inconfessabile equivoco.

02-10-2011 Fonte : http://mon-dart.blogspot.it/2011/10/amschel-mayer-che-la-grande-truffa.html

lunedì 30 aprile 2012

Leonardo del Vecchio, Imprenditore di Antica Nobiltà


Un Bell'articolo di Daniele Manca del Corriere della Sera ad un grande Uomo, una persona degno del più profondo rispetto.



Leonardo Del Vecchio (Imagoeconomica)Leonardo Del Vecchio (Imagoeconomica)
«Sono un po' a disagio. Sono azionista delle Generali con il 3%. Sono uscito dal consiglio perché non volevo litigare. Non con Geronzi. La sua uscita non contava e non è contata niente. Ma con il management. Il problema è che quando da assicuratori si vuole diventare finanzieri comprando partecipazioni le più disparate, non si fa un buon servizio alle Generali che restano una delle migliori aziende, se non la migliore, d'Italia. Purtroppo questo è un vizio nazionale. Tutti vogliono fare il mestiere di altri. Mentre questo è un periodo nel quale ognuno di noi dovrebbe pensare a fare bene il proprio dovere. Guardi cosa accade al governo. E' un miracolo che un uomo come Monti si stia impegnando per risanare il Paese. Eppure già c'è chi pensa di votare a ottobre, e sarebbe un disastro. O chi crede che lo spread sia ormai domato, mentre ci vuole un attimo che torni a 600».

Leonardo Del Vecchio, classe 1935, ha creato dal niente una delle più belle aziende al mondo, la Luxottica. Studiata nelle università come caso imprenditoriale, ha sempre fatto lo stesso mestiere, costruire e distribuire occhiali.
«I miei investimenti nelle Generali o in Unicredit o in Foncière des Régions sono personali. Mi considero quindi un investitore e come tale credo che le Generali, uno dei fiori all'occhiello del Paese, abbiano bisogno di un cambio. L'amministratore delegato Perissinotto era il migliore assicuratore d'Italia e forse d'Europa».
Ma allora qual è il problema se Perissinotto è il migliore d'Europa?
«Il problema è quando si vuole fare finanza. Quando, usando i soldi dei risparmiatori che vorrebbero solo fossero ben gestiti, si comprano invece un pezzettino di Telecom e l'1% di una banca russa; si mettono a repentaglio oltre due miliardi con un altro finanziere come il ceco Kellner; oppure ci si impegna nell'operazione CityLife in una percentuale che nessun immobiliarista al mondo farebbe; e sui fondi greci sono stati persi 800 milioni. Penso quindi che oggi l'amministratore delegato, capo azienda unico, senza alibi di azionisti e presidenti, dovrebbe dare dignitosamente le dimissioni. Dovrebbe, sarebbe rispettoso verso gli investitori, gli azionisti e gli assicurati. So che in Italia questo non è uno sport nazionale, ma al suo posto non mi presenterei all'assemblea. Sono sicuro che ci sarebbe un'ovazione quasi scaligera».

Eppure la compagnia non soffre, i risultati operativi sono solidi anche in questa situazione...
«La parte assicurativa va bene, come le ho detto. Ma al mio amico Della Valle, che è così contento del management ma che non ha un'azione della compagnia, vorrei ricordare che in cinque anni il titolo ha perso i due terzi del suo valore. Dal primo gennaio è sotto del 12%, a confronto Allianz è sopra del 14%, in un anno il titolo ha perso il 34%. Dividendo quasi azzerato. Quello che mi dà fastidio è che i fondamentali sono buoni, l'attività assicurativa funziona. Ma voler fare i finanzieri è quello che rovina tutto. Stessa identica cosa accaduta in Unicredit. Una banca nella quale ho investito da oltre vent'anni».

Cosa c'entra Unicredit?
«E' lo stesso problema delle Generali. Fino a che ha fatto la banca è andata bene. Poi ha iniziato ad acquistare partecipazioni, ha voluto fare fusioni. Alessandro Profumo mi si è trasformato sotto gli occhi. Negli ultimi anni è cambiato. E' arrivata anche lì la finanza. Ed è andata come è andata. Io me le ricordo bene le banche che facevano il loro mestiere».

Ci sono allora istituti che aiutano le imprese...
«C'erano. Quando nel 1981 andai da Rondelli, all'epoca numero uno del Credito Italiano, per chiedergli di aiutarmi a crescere negli Stati Uniti comprando Avant Garde, non ebbe esitazioni. Esaminò il progetto, si fece illustrare i programmi e diede il via libera. Ma oggi nelle banche chi fa più questo mestiere? Lo chieda alle imprese, a una piccola azienda che vuole crescere, l'aiuto che riceve dalle banche».

Hanno ragione quindi a lamentare l'assenza di credito?
«Non si tratta di credito, si tratta di assistere le imprese. I primi anni che eravamo in America, appena ricevevamo un ordine la banca ci anticipava il 30-40% perché ovviamente passava del tempo prima di incassare. E il tutto avveniva a tassi decenti. Oggi c'è qualche istituto che lo fa? Guardate Fonsai come sta andando».

Sta andando che l'Antitrust ha bloccato l'operazione...
«Non conosco la vicenda, ma quello che mi chiedo è perché Mediobanca e Unicredit abbiano dato tutti quei soldi a Ligresti. Ma scusi, se fosse una buona azienda i francesi di Axa o Groupama si sarebbero fatti avanti per comprarla. E invece si procede a una fusione con due aumenti di capitale che mi fanno pensare che tra tre anni saranno ancora in difficoltà. E' questo che fa male all'Italia. Perché il nostro Paese funziona, funziona meglio di quanto si creda. Le imprese, le industrie girano».

Ma le statistiche raccontano un'altra Italia.
«Non sto dicendo che vada tutto bene, dico che il sistema produttivo funziona. Luxottica ha il 4% del fatturato che arriva dall'Italia. Ma sempre in Italia abbiamo il 60% della produzione, l'ingegneria, il design. Questo significa che qui si può produrre e si può essere competitivi. E come noi ci sono tante altre aziende, le faccio anche i nomi: Interpump, Brembo. Pensi a Tronchetti Provera».

Pirelli?
«Sì. Prima l'ha salvata. Poi, comprando Telecom, Pirelli s'è rovinata. Ma quando ha abbandonato le telecomunicazioni ed è tornato a fare solo pneumatici, l'ha nuovamente rilanciata. E guardi che con Tronchetti ho avuto parecchio da ridire. Ma il suo esempio vale per far capire che bisogna essere concentrati sul business, non farsi distrarre. In Italia siamo abilissimi a parlare d'altro. A quella povera ministro Fornero stanno facendo vedere l'inferno. E solo perché ha voluto ritoccare l'articolo 18 e fare le riforme delle quali questo Paese ha bisogno».

Sull'articolo 18 si sono messi a rischio persino dei governi.
«Ridicolo. Ne discutevo con il vicepresidente di Luxottica, Luigi Francavilla, che è con me dagli inizi. E' vero, a noi non interessa, dei nostri 62 mila dipendenti forse solo uno sarebbe stato licenziato. I partiti non se ne rendono conto, ma in Italia dobbiamo solo sperare che questo governo duri. E' un miracolo se ciò accade. Passera mi sembra già più politico, ma si capisce che le persone sono lì per governare».

Ma allora cos'è che non va?
«Quando le dicevo del credito, quella è una. Se vado in Francia con la mia società immobiliare i prestiti li ottengo con un differenziale dell'1,8%; in Italia, se mi va bene e se mi prestano dei soldi, siamo al 3,5%. Ripeto, se mi danno i soldi è perché mi chiamo Del Vecchio: pensi a una persona normale. Del resto abbiamo visto come funzionano le banche. I consigli d'amministrazione ratificano quello che decide il numero uno. Alle Generali l'amministratore delegato poteva disporre investimenti fino a 300 milioni, limite che ora hanno abbassato a 100, una cifra elevatissima comunque. Il nostro Andrea Guerra ha fatto crescere la Luxottica attraverso acquisizioni in tutto il mondo e gode della piena fiducia di tutti, in azienda e fuori. Eppure anche per spese di pochi milioni informa il consiglio, pretende che si discuta in più occasioni e che si sia convinti di ogni decisione».
Daniele Manca

domenica 15 aprile 2012

Bilderberg dall'inizio al 2012

Domenica 15 aprile 2012,
 
Come spesso accade, vi riporto un bell'articolo di Nocensura.com
 (Antonio Bacherini per nocensura.com)


bilder1
Da qualche settimana è emerso che il prossimo meeting Bilderberg si svolgerà in ISRAELE: probabilmente

 ad Haifa, presso la Rothschild Mansion o l’Hotel Dan Carmel. La scelta della location potrebbe non essere "casuale", visto che la zona potrebbe essere il prossimo 'teatro di guerra' contro l'Iran. Nel frattempo la Russia ammassa i propri militari verso il confine con l'Iran...


Bilderberg 2012: la sporca agenda segreta dei capi del mondo
di Matteo Vitiello

«Qualcuno crede che formiamo parte di una cabala segreta che attua contro i migliori interessi degli Stati Uniti d’America, qualificando la mia famiglia e me stesso d’internazionalista ed accusandoci di cospirare con altri individui del mondo per creare una struttura economica e politica globale più integrata; un mondo, se si vuole chiamarlo così. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono orgoglioso» [David Rockefeller]
«Il nostro lavoro non è dare alla gente quello che vuole, se no quello che noi decidiamo che debbano tenere» [Richard Salant, CBS News]
«I membri del Bilderberg stanno costruendo l’era del post-nazionalismo: non avremo più Paesi, ma solo regioni della Terra all’interno di un “mondo unico”. Questo significherà un’economia globalizzata, un “unico governo mondiale” (selezionato, più che eletto) ed una “religione universale”. Per assicurarsi il raggiungimento di tali obiettivi, il Bilderberg si concentra su “il controllo tecnologico e la scarsa sensibilizzazione della pubblica opinione”» [William Shannon]


Molti di voi già lo conoscono, almeno per sentito dire. Il Club Bilderberg, il meeting annuale dei potenti del mondo. Altrettanti di voi pensano che persone come Daniel Estulin, giornalista investigativo autore del famoso libro I segreti del Club Bilderberg , siano solo dei fanatici, che si perdono nelle loro teorie sulla cospirazione.
In questi casi, quando alcuni ci credono ed altri no, la cosa migliore è presentare i fatti.
Questo articolo nasce proprio con l’intento di fornire alcuni dettagli, che vi aiutino a capire perché le riunioni del Bilderberg non avvengono per discutere cosa sia meglio per l’umanità, quali misure adottare per aiutare l’Africa, ad esempio, o per salvarci dalla crisi economica.
L’unica grande obiettivo del Club Bilderberg è decidere sulle migliori è più subdole strategie da adottare per transitare, senza troppo clamore, anzi, col nostro consenso, verso l’era post-nazionalismo, dove un unico governo mondiale sostituisca il potere sovrano dei singoli  Stati del mondo. Un’unica grande società globalizzata, con un unico esercito ed un unico sistema tributario: una società globale fondata su un sistema oligarchico, dove poche e ricchissime persone comandino il resto della popolazione, che zitto e quieto, lavori, senza reclamare niente che non sia permesso o concesso dai vertici del sistema.
Non ci credete? Non lo dico io, queste sono le parole, condivise dal magnate David Rockefeller (uno dei capi del Bilderberg, ndr), del fondatore del CFR (Council on Foreign Relations) Edward Mandell House“la popolazione, i governi e le economie di tutti i paesi devono soddisfare le necessità delle banche e delle imprese multinazionali” [fonte: “Between two ages: America’s role in the Technetronic Era”, Zbigniew Brzezinski]. Questo lo dicevano nel 1970 e ne è passata di acqua sotto i ponti…
Oggi a che punto siamo? Vi guardate attorno? Viaggiate per l’Europa? Vedete le immagini della TV (limitatevi a guardare le immagini senza audio, ve lo consiglio, ndr)? Vi rendete conto di quanta gente è uccisa ogni giorno, perché reclama i propri diritti civili o perché chiede libertà, giustizia sociale, cibo, assistenza e condizioni di lavoro dignitose?
Cosa succede, ad esempio, a casa nostra? L’Unione Europea che tutti volevano (almeno i politici, ndr), piano piano, si è trasformata in un mostro che sta distruggendo i singoli Stati che ne fanno parte.
Avete visto che è arrivata la crisi? Perché? A quale scopo le stesse persone che stampano i soldi, poi cercano di convincerci in tv, radio e giornali che la crisi finanziaria si può superare, obbedendo a questo o a quell’altro ordine dell’Unione Europea o degli U.S.A.? Certo che la crisi si può superare, stampando più soldi e distribuendoli. Ahi! Proprio qua sta il primo paradosso della società contemporanea: i soldi. I soldi sono lo strumento creato dall’uomo per stabilire un ordine oligarchico, per consegnare il potere in mano a poche persone, affinché possano comandare e dire cosa fare e come farlo. I cittadini, d’altro canto, possono guadagnare tanto o poco, l’importante è che non mettano il naso in questioni che spettano solo alla classe dirigente, come decidere cosa dev’essere considerato bene e cosa male; e che non pensino che le decisioni importanti, che riguardano il presente ed il futuro del nostro pianeta, siano cosa che li riguardi.
Soluzione della crisi a parte, ricordatevi che l’attuale crisi non si supererà, perché è un punto ben preciso della transizione verso il sistema globalizzato mondiale. In altre parole, la crisi è stata voluta dalle stesse persone che oggi ci dicono come potremmo uscirne. Una presa in giro globale.
Si tratta di una strategia: farci vivere con meno soldi, farci arrabbiare e farci passare la fame, così poi saremo più malleabili ed accetteremo più facilmente le politiche per lo “sviluppo”, per il “sanamento del debito”, per “uscire dalla crisi”.  Ci proporranno (e lo stanno già facendo, ndr) le soluzioni di enti sovrannazionali come l’UE e l’ONU, organizzazioni internazionali che si sono costruite quest’aurea di credibilità, che ci fa dire cose del tipo: “se lo dicono loro, se lo dice Kofi Annan, è per il bene di tutti”. Balle. Bastardi e bugiardi, ecco chi sono i capi dell’ONU. Egoisti e dittatori.
Insomma, è tutta una cospirazione? Sì. Non c’è bisogno di crederci o non crederci, è così. Un esempio concreto: la povera Africa. È la terra più ricca del mondo, tutti la sfruttano, usano la manodopera dei suoi abitanti e corrompono i suoi governanti. Poi ci vengono a chiedere di donare qualche soldo per la causa africana, per i bambini che muoiono di fame. Ma il mondo è pieno di soldi, il problema è che sono concentrati proprio nelle mani di queste persone a capo di Fondazioni umanitarie, di Governi e di organizzazioni internazionali. Capite bene che è sempre una grande presa in giro.
Se gli alti vertici del CFR americano, dell’inglese EIIR, della Commissione Trilaterale, dellaConferenza di Dartmouth, dell’Istituto Aspen di Studi Umanistici, dell’Istituto Atlantico e del Club Bilderberg fossero interessati a salvare la vita dei bambini africani, l’Africa sarebbe già salva da almeno cinquant’anni.
Un altro esempio: il petrolio e i danni ambientali. Se gli alti vertici del CFR o del Club Bilderberg fossero interessati ad eliminare la dipendenza dal petrolio e permetterci di vivere in un pianeta più sano,  avrebbero già chiuso i giacimenti.
Se (e concludo) agli alti vertici del CFR e del Club Bilderberg non piacessero le armi, non ne finanzierebbero la produzione.
Non è nell’attuale interesse degli alti vertici del CFR, del Club Bilderberg e della Commissione Trilaterale cambiare strada. Non entra nei loro cervelli, per ora, la concezione di vivere in un mondo dove tutti stiano bene e dove non esista la necessità di possedere denaro, quale strumento d’amministrazione del potere di pochi sulle masse.
Torniamo all’Unione Europea. Cosa sta succedendo? Qual è il programma per l’Europa? Perché la crisi e perché hanno cominciato a parlare di rating, di Stati con tripla A e così via? Non c’è bisogno di grandi spiegazioni forbite o talk show televisivi, la spiegazione è questa: mercati finanziari, Borse, economie e politiche confluiscono e sono fondate solo ed esclusivamente nell’interesse economico di un’élite di persone, che hanno l’obiettivo di possedere la maggior parte della ricchezza mondiale ed un potere tale, che gli permetta di comandare e decidere sulle sorti del mondo, a prescindere dal consenso o dalla condivisione del resto della popolazione. In altre parole, creare un sistema in cui il potere politico viene solo dopo il potere economico.
Un paio di dichiarazioni da pelle d’oca a riguardo. “L’obiettivo è creare un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni implicate, affinché i suoi creatori e leader, dirigano il futuro”. [fonte: “With no apologies” - Berry Goldwater, senatore statunitense].  “È necessario stabilire un gioco dialettico tra governi e multinazionali, il primo dovrà obbligare i paesi in via di sviluppo ad adottare una legislazione liberale ed abbandonino il nazionalismo, mentre le multinazionali dovranno trasmettere ai governi le conoscenze che posseggono dei paesi nei quali operano” [fonte: “The crisis of democracy” - Samuel Huntigton, investigatore politico di Harvard, Michel Crozier, sociologo francese e membro dell’Accademia delle Scienze Morali e Politiche di Francia, Joji Watanuki, membro giapponese della Commissione Trilaterale]
Torniamo al Bilderberg. Il gruppo Bilderberg è stato fondato da varie persone (pare che l’ideatore del Bilderberg Group fu Joseph Retinger, ndr), tra cui un ex-ufficiale delle SS di Hitler, il principe olandese Bernardo de Lippe-Biesterfeld, membro della giunta della Farben Bilder, una filiale del gruppo d’intelligence della Germania nazista (da cui si suppone provenga il nome Bilderberg e non dall’hotel sede del primo incontro del 1954, ndr). La famiglia di Bernardo de Lippe ha sempre cercato di interrare questa parte della storia del “buon” principe olandese, soprattutto quando, dopo la guerra mondiale, divenne il direttore generale del conglomerato olandese-britannico del petrolio Royal Duth Shell. Insomma, un ideologo nazi, per farla breve.
Assieme a lui, l’altro padre fondatore del Bilderberg fu Otto Wolf von Amerongen, direttore della compagnia petrolifera Exxon (a suo tempo, nel 1971, si chiamava ancora Standard Oil, ndr), nel cui curriculum spiccano: il traffico illegale di tungsteno per la produzione di armi, l’essere stato una spia nazista in Portogallo e l’aver venduto, una volta terminata la seconda guerra mondiale, le azioni che Hitler aveva espropriato agli ebrei durante la sua dittatura. Un altro buon personaggio, no?
E poi? Dopo il rappresentante regale, quello imprenditoriale, manca quello bancario no? Infatti, il terzo padre fondatore del Club Bilderberg è proprio David Rockefeller, capo della Chase Manhattan Bank. Un banchiere modello, un figlio di puttana con i fiocchi, che oltre a diventare l’uomo più ricco del mondo attraverso frodi e finanziamenti a guerre e traffici illeciti, controlla quasi il 10% delle azioni del network di notizie ABC , oltre il 15% della CBS e circa il 5% della RCA (Radio Corporation of America). Insomma, controlla che tipo di informazione dev’essere veicolata dalle televisioni e dai giornali. Tutte le notizie veicolate dai mass media ufficiali (ABC, CBS, NBC, da cui prendono le notizie, poi, i mass media europei, ndr) sono controllate da un’unica corporazione, quella che potremmo chiamare la “Rockfeller Broadcasting Company” [fonte: D. Estulin - “Bilderberg Secrets”].
Anche i mass media sono involucrati nel Bilderberg? Sì. I capi, direttori ed editori, delle catene si agenzie di notizie nordamericane ed europee fanno parte del Club Bilderberg, che  decide cosa trasmettere e come creare una prestabilita “opinione pubblica” su una questione politica, piuttosto che economica. Insomma, lo ripeto una volta ancora: non crediate a quello che dicono e scrivono i mass media ufficiali. Una prova di tutto questo? William Paley, fondatore della catena televisiva CBS fu addestrato su come utilizzare al meglio la tecnica del lavaggio del cervello alle masse, durante la seconda guerra mondiale, presso l’inglese Istituto Tavistock di Analisi Comportamentale. Un altro nome? L’Istituto RAND. Magari non lo conoscete ma tutti i sondaggi di opinione pubblica trasmessi dalle televisioni e giornali passano per il suo filtro. Le persone che presiedono questa fantomatica organizzazione no-profit, sono esponenti del CFR e del Club Bilderberg. “Una delle aree chiave dell’esperienza dell’Istituto RAND – afferma D. Estulin –sono gli studi di disinformazione e manipolazione di grandi gruppi di popolazione. Spesso si basa sulla tattica dell’inganno, cioè l’uso orwelliano dell’ambiguità. Così, ad esempio, si chiama pace la guerra, terroristi i pacifisti e così via”.
Solo per riportare questo discorso più vicino a noi, senza sempre fare esempi con gli Stati Uniti, sappiate che Gianni Rotta, dal 2009 direttore del Sole24Ore, è un ospite del Bilderberg.
“Il Bilderberg, come la Commissione Trilaterale, è articolato su cerchi concentrici dove i veri iniziati stanno al centro, mentre il cerchio più esterno solitamente ospita figure come professori universitari o politici e capi di Stato in vista. Le decisioni del Bilderberg hanno efficacia anche dopo anni e vengono notificate a organismi come il G8 o vengono perfezionate in simposi tenuti dall’Aspen Institute, dal Club di Roma o dallo World Economie Forum di Davos. Superfluo sottolineare che i membri del Bilderberg (e della Commissione Trilaterale) sono in prevalenza massoni e che, soprattutto nei cerchi interni, non esistono forme di alternanza democratica, una contraddizione in termini a livello di élites, dove la stabilità è d’obbligo, e sono sempre le stesse figure ad apparire, come ad esempio David Rockefeller o Henry Kissinger […] . Giova ricordare che massoni presenti in Società Segrete, come appunto il Bilderberg Group, sono tuttavia divisi in due obbedienze: quelli del ramo angloamericano e quelli della Massoneria francofila-umanista, in continuità con la divisione «storica» della Massoneria, il Palladismo d’oltreoceano fiancheggiato dalle alte Società Segrete britanniche, la via angloamericana alla Repubblica Universale, che si avvale delle ricchezze principalmente deiRockefeller, in concorrenza con quella europea della Sinarchia, imperniata sull’asse franco-tedesco e appoggiata dai Rothschild. Le distinzioni – occorre averlo sempre ben chiaro – non sono tuttavia mai così nette, come testimonia la presenza ad un tempo di massoni di entrambe le estrazioni nei circoli mondialisti, a significare uno scopo comune da perseguire al di là di ogni opposizione interna” [fonte: Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia]

Insomma in Club Bilderberg è la riunione dove capi di Stato, banche e multinazionali decidono come salvare il mondo e che misure adottare per farci vivere tutti meglio? No. Il Bilderberg è un club di massoni formato da nazisti, banchieri senza scrupoli, trafficanti d’armi, mass media corrotti e politici minori, che si limitano ad accettare le decisioni prese dal nucleo centrale e più intimo del Bilderberg, che giocano al Monopoli ed al Risiko con il nostro mondo.
Per concludere, ecco l’agenda Bilderberg, gli attuali obiettivi dei governatori del mondo [liberamente tratto da “Il Club Bilderberg” – D.E.]:



1.      Un’identità internazionale. Distruggere l’identità nazionale, cioè depauperare la sovranità degli Stati (come sta accadendo sotto i nostri occhi, ndr), per stabilire valori universali obbedienti ad un unico governo mondiale.
 2.      Un controllo centralizzato della popolazione.  Lavando il cervello allapopolazione (attraverso la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, anche Internet, ndr), l’obiettivo è quello di eliminare la classe media. Ci saranno solo governanti e schiavi, più o meno coscienti del loro status di servi del potere (un po’ già è così, no?, ndr).
 3.      Una società a crescita zero. Se c’è prosperità, c’è progresso e la prosperità ed il progresso impediscono esercitare la repressione. Prevedono che il fine della prosperità avverrà con lo sviluppo dell’energia elettrica nucleare e con la completa industrializzazione (a parte per i settori informatici e dei servizi) e con la completa esportazione delle più grandi imprese nei paesi dove la manodopera è più economica (è uno degli obiettivi principali del TLCAN, il “Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord”, ndr)
 4.      Uno stato di disequilibrio perpetuo. Se si creano crisi artificiali che sottomettano la popolazione ad una coazione continua (dal punto di vista fisico, psichico ed emozionale), si può mantenere uno stato di disequilibrio continuo. Questi signori pensano che, troppo stanchi e disillusi, in situazione di crisi profonda, i cittadini si dimostreranno confusi e demoralizzati, a tal punto che, sopraffatti dalle troppe opzioni, si faranno vincere da un’apatia generale, che prenderà il sopravvento su scala mondiale e porterà all’accettazione dei programmi salvifici, proposti da enti come l’ONU e le altre organizzazioni internazionali che “operano per il bene di tutti i cittadini del mondo”(lo stiamo cominciando a vivere ora con l’attuale crisi finanziaria, ndr)
 5.      Un controllo centralizzato dell’educazione. L’Unione Europea e le future Unione Americana e Unione Asiatica puntano ad avere un controllo sulla cultura e sull’educazione dei giovani, sterilizzando il più possibile la storia del mondo. Oggi, ad esempio, i libri di storia sono controllati, rivisti e spesso censurati in alcuni paesi dell’America Latina ed i toni, in generale, sono sempre pacati e smorzati, soprattutto per quanto concerne i temi “caldi” della storia (schiavitù, nazismo, sperimentazione medica, e così via, ndr)
 6.      Un controllo centralizzato di tutte le politiche nazionali ed internazionali. Tutto ciò che fanno gli Stati Uniti, coinvolge anche il resto del mondo, lo sappiamo. In Europa, gli Stati stanno perdendo, giorno dopo giorno, il proprio potere sovrano, soffocati dalle regole dettate dall’Unione Europea (vedi Grecia, Italia, Spagna e piano piano toccherà a tutti, ndr). In Europa, il cammino verso l’annichilimento dei singoli Stati cominciò già negli anni Cinquanta, con la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, poi continuò con il mercato Unico Europeo, per giungere all’adozione della Moneta Unita ed alla creazione della mitica Unione Europea. Un tempo gli Stati europei possedevano la propria sovranità, una sovranità che l’UE è andata rodendo poco a poco e che oggi sta usurpando, attraverso il controllo dell’economia e della politica delle singole nazioni. Pensate che solo qualche anno fa, chi diceva che un giorno l’UE minerà il potere dei singoli Stati che ne fanno parte, era ridicolizzato o additato come pessimista e cospirazionista. Oggi è una realtà.
 7.      La concessione di un maggior potere alle Nazioni Unite. Il sistema dell’ONU ha come obiettivo costruire un governo mondiale dichiarato ed in seguito un governo mondiale di fatto, per poi esigere una tassazione diretta da parte nostra in quanto “cittadini mondiali”. Bella la globalizzazione, vero?
 8.      Un blocco commerciale occidentale. In seguito all’espansione del TLCAN, si formerà un’Unione Americana simile all’Unione Europea.
 9.      L’espansione della NATO. Man mano che la ONU continuerà ad intervenire sempre più nei conflitti bellici in Medio Oriente, Africa e così via, la NATO si convertirà nell’esercito mondiale, sotto comando della ONU.
 10.  Un sistema giuridico unico. Il tribunale Internazionale di Giustizia diventerà l’unico sistema giuridico del mondo.
 11.  Uno stato di benessere socialista. Scopo dei rappresentanti del Bilderberg, CFR e della Commissione Trilaterale è creare uno stato di benessere socialista, nel quale si compensano gli schiavi obbedienti e si sterminano gli anticonformisti.
Il gruppo Bilderberg dispone del potere e delle influenze necessarie per imporre le sue politiche in qualsiasi Paese del mondo.
Quanto più vorremo e sapremo agiremo uniti, tanto meglio potremo sviare questi signorotti dai propri obiettivi. Questi potenti riccaccioni hanno il gioco facile, visto che sono abituati trattare con pecore, quali siamo. Per farla finita con tanta ipocrisia, ineguaglianza, guerra e povertà dobbiamo cominciare a costruire noi il nostro mondo, senza fare solo rivoluzioni che muoiono in piazza o vengono smantellate dalla polizia ma costruendo un sistema che prescinda da tutte queste persone, malvagie ed egoiste e, soprattutto, dal denaro.
Vi fidate ancora di politici e banchieri?
Per un futuro dove non ci sia più bisogno del denaro e dove nessuno muoia di fame e di miseria, dovete cominciare a fondare la vostra vita quotidiana su valori incorruttibili, difendendo e lottando per i vostri diritti di cittadini liberi e, innanzitutto, di uomini liberi. Senza scuse, senza compromessi, senza farvi manipolare e corrompere, senza continuare a comportarvi e vivere come pecore timorose.


Fonte: http://www.nocensura.com/2012/04/un-po-di-notizie-sulla-sporca-agenda.html

lunedì 9 aprile 2012

HAARP



Risultato dello sudio fatto nel 1998 su HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) condotto dal GRIP (gruppo di ricerca europeo per la pace e la sicurezza)

GROUPE DE RECHERCHE 98/5
ET D’INFORMATION
SUR LA PAIX ET LA SECURITE
" HAARP est un programme scientifique.
Aux mains des puissants, il peut cependant
conduire au progrès comme à l'oppression et au
désastre. Sans préjuger des intentions finales
des Etats-Unis, et reconnaissant que ce travail
émet plusieurs hypothèses, et relaye certaines
spéculations, il s'avère fondé d'affirmer que le
programme HAARP, en synergie avec d'autres
programmes militaires, peut conduire à des désé-
quilibres dangereux pour l'environnement et
les populations. "
 
 
 
_________________________________________________________________________________
 
Una teoria tra HAARP ed alcuni grandi e davastanti Terremoti.
 
 
CARACAS, dimanche 24 janvier 2010 (LatinReporters.com) - Tapons les trois mots Haïti Chavez Haarp dans une fenêtre de recherche Google. Surgissent une multitude d'articles mettant dans la bouche du président vénézuélien Hugo Chavez une accusation peu banale contre les Etats-Unis : avoir provoqué sciemment le séisme tragique du 12 janvier en Haïti en testant, avant de l'utiliser un jour contre l'Iran, "l'arme sismique" liée au HAARP (High frequency active auroral research program). En vérité, ce n'est pas Chavez qui l'a dit, mais certains de ses plumitifs bolivariens.

Le lancement d'un missile médiatique de pareille envergure a été favorisé par le canal anglophone de la chaîne russe d'informations continue Russia Today (RT). Le 20 janvier, il présentait ainsi l'affaire: "Le leader vénézuélien Hugo Chavez a une fois de plus accusé les Etats-Unis de se prendre pour Dieu. Mais cette fois, c'est du séisme catastrophique en Haïti qu'il croit responsable les Etats-Unis. Cité par le journal espagnol ABC, Chavez dit que l'US Navy a lancé une arme capable de provoquer un puissant séisme au large d'Haïti. Il ajoute que cette fois c'était seulement un exercice et que l'intention finale est la destruction et le contrôle de l'Iran".

On voyait en même temps Hugo Chavez parler. Les hispanophones auront tendu l'oreille pour entendre les paroles originales. Peine perdue. La voix de la journaliste de Russia Today étouffait totalement celle du président vénézuélien. Sans doute à dessein, car les images de Chavez utilisées par la chaîne russe remontaient au 30 décembre 2009, treize jours avant la tragédie qui allait frapper Haïti, lorsque le leader bolivarien présentait son bilan annuel au palais présidentiel de Caracas.

La vidéo de Russia Today est néanmoins largement utilisée sur Internet, même sur le site d'un prestigieux quotidien français, pour accréditer l'incroyable accusation antiaméricaine de Chavez. Sur ces images, le leader bolivarien parle pourtant donc de tout autre chose. Les deux photogrammes publiés par LatinReporters.com, avec accès aux vidéos correspondantes, attestent de la tromperie propagée par la chaîne russe. Etait-elle de bonne ou de mauvaise foi? Il faudrait peut-être le demander au président Dmitri Medvedev et au Premier ministre Vladimir Poutine.

Cité par Russia Today, le quotidien conservateur espagnol ABC publiait effectivement au matin du 20 janvier un article intitulé: "L'arme secrète pour provoquer des tremblements de terre". Dans cet article daté de Madrid, mais non de Caracas, ABC attribuait à Hugo Chavez l'étonnante accusation contre les Etats-Unis, tout en précisant que "l'imagination du président bolivarien se base sur un prétendu rapport préparé par la Flotte russe du Nord et publié sur le site Internet de la chaîne de télévision publique vénézuélienne Vive".

Mais contrairement à ce qu'affirment tant ABC que Russia Today, le président Chavez n'a pas -ou en tout cas pas encore- accusé publiquement les Etats-Unis, ni sur la chaîne Vive ni ailleurs, d'avoir testé une arme secrète sismique à Haïti. A ce propos ni ABC ni Russia Today ne situent le contexte -jour, endroit, qualité de l'auditoire- dans lequel Chavez se serait exprimé. Par contre, l'accusation de préparation de guerre sismique a bel et bien été formulée à deux reprises, les 18 et 19 janvier, sur le site web de la chaîne publique vénézuélienne Vive dans des articles intitulés, respectivement, "Le séisme expérimental des Etats-Unis a dévasté Haïti" et "La cleptocratie terroriste états-unienne en Haïti". Ce dernier article accuse en outre les ex-présidents américains Bill Clinton et George W. Bush de vouloir s'enrichir avec l'aide à Haïti que le président Obama leur a demandé de gérer.

Il s'agit donc d'articles de journalistes militants de la révolution bolivarienne et non de la voix de leur chef, Hugo Chavez. Mais dans un Venezuela où les médias publics sont strictement contrôlés par un président en pleine dérive autocratique, la chaîne Vive et son site Internet sont tant soit peu des porte-parole officieux du chef de l'Etat. La responsabilité d'Hugo Chavez est au moins partiellement engagée lorsque des plumitifs d'une chaîne gouvernementale peuvent, sans encourir la moindre sanction, imputer littéralement aux Etats-Unis "l'assassinat" de plus de cent mille Haïtiens dans le cadre d'une prétendue expérience militaire.


Telle que publiée sur le Réseau Voltaire, qui s'en délecte comme d'autres sites Internet américanophobes, voici la traduction de l'essentiel de l'article diffusé le 18 janvier sur le site de la chaîne publique vénézuélienne Vive, à vocation dite culturelle :

"Le séisme expérimental des Etats-Unis a dévasté Haïti Un rapport de la flotte russe du Nord indiquerait que le séisme qui a dévasté Haïti est clairement « le résultat d'un essai par l'US Navy de son arme sismique ».

La Flotte du Nord observe les mouvements et activités navales états-uniennes dans les Caraïbes depuis 2008, lorsque les Etats-Unis annoncèrent leur intention de reconstituer la Quatrième flotte dissoute en 1950. La Russie y avait répondu un an plus tard en reprenant dans cette région les exercices de sa flotte constituée autour du croiseur atomique lance-missiles Pierre le Grand, interrompus depuis la fin de la Guerre froide.

Depuis la fin des années 70, les Etats-Unis ont considérablement avancé leurs recherches sur les armes sismiques. Selon ce rapport, ils utilisent désormais des générateurs impulsionnels, à plasma et à résonance combinés à des bombes à onde de choc.

Le rapport compare deux expériences conduites par la marine états-unienne la semaine dernière : un tremblement de terre de magnitude 6,5 alentour de la ville d'Eureka en Californie, qui n'a pas fait de victimes, et celui des Caraïbes qui a fait au moins 140 000 morts.

Ainsi que l'indique le rapport, il est plus que probable que l'US Navy avait une pleine connaissance des dommages que cette expérience était susceptible de causer à Haïti. C'est pourquoi, la Navy avait positionné à l'avance sur l'île le général P. K. Keen, commandant en second du SouthCom (Commandement du Sud), pour superviser les opérations de secours prévisibles.

Concernant l'objectif final de ces expérimentations, indique le rapport, il s'agit de la planification de la destruction de l'Iran par une série de tremblements de terre afin de neutraliser l'actuel gouvernement islamique.

Selon le rapport, le système expérimental des Etats-Unis (High frequency active auroral research program, dit « HAARP ») permet également de créer des anomalies climatiques afin de provoquer des inondations, des sécheresses et des ouragans.

Selon un rapport précédent, les données disponibles coïncident avec celles du tremblement de terre de magnitude 7,8 sur l'échelle de Richter survenu au Sichuan (Chine), le 12 mai 2008, également causé par des ondes électro-magnétiques HAARP.

On observe une corrélation entre les activités sismiques et la ionosphère, caractéristique de HAARP :

1. Les tremblements de terre dans lesquels la profondeur est linéairement identique dans la même faille sont provoqués par une projection linéaire de fréquences induites.

2. Des satellites coordonnés permettent d'engendrer des projections concentrées de fréquences dans des points déterminés (des Hippocampes).

3. Un diagramme montre que des tremblements de terre considérés comme artificiels se propagent linéairement à la même profondeur :
LocalisationDateProfondeur
Venezuela8 janvier 201010 km
Honduras11 janvier 201010 km
Haïti12 janvier 201010 km ... "

Fonte: http://www.alterinfo.net/Haiti-Etats-Unis-auteurs-du-seisme--Chavez-ne-l-a-pas-dit-mais_a41812.html

sabato 7 aprile 2012

Lo Scudo Rosso e i Protocolli




I PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION in versione Rothschilds.

Come sono diventato il padrone del mondo e come verrò annientato dalla PARUSIA del Signore e dal Messaggio di Fatima del 13 maggio 1917 che la massoneria ha tentato di occultare sino ad oggi.
«Si può considerare ormai come accettato che la rivoluzione bolscevica del 1917 è stata finanziata e sostenuta, principalmente, dall’alta finanza ebraica, attraverso la Svezia: ciò non è che un aspetto della messa in atto del complotto del 1773». (“Times” del 10 marzo 1920)
A cosa si riferisce questo vecchio articolo del Times? Cos’è successo nel 1773? La risposta la troviamo nel libro “Pawns in the game” (Pedine nel gioco) di Guy Carr del 1958. Stessa risposta che troviamo anche in un comunicato dei Vescovi francesi a Lourdes [M. Servant, Veillez et priez car l’heure est proche Saint Germain-en-Laye, Servant autore ed editore, 1972, Vol. I, p. 152].
Riporto l’estratto dal libro “Pawns in the game” CPA Book Pubblisher, pp. 26-31 che ho trovato sui numeri 337/338 della rivista Chiesa Viva, marzo/aprile 2002:
“Un orefice ebreo, Amschel Moses Bauer, stanco di vagare nell’Europa dell’Est, decise, nel 1750, di stabilirsi a Francoforte sul Meno, in Germania. Egli aprì una bottega di contabilità, nel distretto ebraico e, sopra la porta di questa bottega, pose, come simbolo della sua attività, una Targa rossa.
Questo fatto assume una grande importanza, poiché gli Ebrei, nell’Europa dell’Est, che appartenevano al Movimento Rivoluzionario, fondato sul terrorismo, avevano adottato anch’essi la Bandiera Rossa come loro emblema, e questo perché il rosso rappresentava il sangue!
Amschel Moses Bauer, con un figlio nato nel 1743, di nome Amschel Mayer, morì nel 1754 quando questi aveva solo undici anni. Il ragazzo, a cui il padre aveva insegnato quanto aveva potuto sui princìpi rudimentali dell’attività dei prestatori di denaro, mostrò subito una grande abilità ed una straordinaria intelligenza. Qualche anno dopo la morte del padre, Amschel Mayer Bauer fu assunto, come impiegato, presso la Banca Oppenheimer e, per la sua abilità naturale nell’attività bancaria subito dimostrata, venne promosso alla posizione di socio junior della Banca.
In seguito, Amschel tornò a Francoforte dove si assicurò la proprietà e il controllo dell’attività che era stata fondata da suo padre nel 1750. La Targa rossa spiccava ancora sopra la porta e, conoscendo il significato segreto di questo simbolo, Amschel Mayer Bauer decise di adottare un nuovo nome di famiglia. “Targa rossa”, in tedesco si dice “Roth Schild”, e così nacque “La Casa dei Rothschild”.
Amschel Mayer Bauer visse fino al 1812 ed ebbe cinque figli, tutti educati e addestrati per divenire dei Capitani dell’alta finanza. Nathan, uno dei figli, dimostrò un’abilità eccezionale e, all’età di ventun’anni, andò in Inghilterra con lo scopo ben preciso di assicurarsi il controllo della Banca d’Inghilterra, con la finalità, poi, di collaborare col padre e coi fratelli, per fondare e consolidare un Monopolio Bancario in Europa. La ricchezza cumulativa di questo Consorzio Internazionale Bancario poteva, poi, essere utilizzato per agevolare le segrete ambizioni che il padre aveva comunicato ai suoi figli. Per provare la sua abilità, Nathan Rothschild aveva moltiplicato le 20.000 sterline, che gli erano state affidate, in 60.000 sterline, in soli tre anni.
Nello studio del Movimento Rivoluzionario Mondiale, è importante ricordare che la Bandiera Rossa era stato il simbolo della Rivoluzione Francese come pure di tutte le rivoluzioni che l’hanno seguita.
Ancor più significativo, inoltre, è il fatto che quando Lenin, finanziato dai Banchieri Internazionali, rovesciato il Governo Russo, stabilì la prima Dittatura Totalitaria, nel 1917, i simboli usati erano una Bandiera Rossa, con una Falce e Martello, con impressa la Stella giudaica a cinque punte.
Nel 1773, all’età di soli trent’anni, Mayer Rothschild invitò, a Francoforte, dodici uomini ricchi e influenti, con lo scopo di convincerli del fatto che, se avessero unito le loro risorse, essi avrebbero potuto finanziare e dirigere il Movimento Rivoluzionario Mondiale, e usarlo come il loro Manuale d’azione per prendere il controllo delle ricchezze, delle risorse naturali e della forza lavoro di tutto il mondo.
Rothschild rivelò come la Rivoluzione Inglese fosse stata organizzata e mise in risalto gli errori che erano stati commessi. Il periodo rivoluzionario era stato troppo lungo; l’eliminazione dei reazionari non era stata eseguita con sufficiente rapidità e spietatezza; il programmato “regno del terrore”, col quale si doveva ottenere la rapida sottomissione delle masse, non era stato messo in pratica in modo efficace. Malgrado fossero stati commessi tutti questi errori, lo scopo della Rivoluzione era stato raggiunto. I banchieri, che avevano istigato la rivoluzione, avevano stabilito il loro controllo sull’economia nazionale inglese ed avevano consolidato il debito nazionale. Con l’intrigo, attuato su scala internazionale, essi avevano, poi, gradualmente aumentato il debito nazionale, prestando soldi per combattere le guerre e le rivoluzioni che essi avevano fomentato sin dal 1694.
Basando il suo argomento sulla logica e su solidi argomenti, Mayer Rothschild aveva mostrato che i risultati finanziari ottenuti con la Rivoluzione Inglese non sarebbero stati da paragonare a quelli che si potevano ottenere con la Rivoluzione Francese, a condizione che i presenti si unissero per mettere in pratica il Piano rivoluzionario che egli aveva studiato e aggiornato con grande cura.
Raggiunto l’accordo secondo il quale questo “Piano” sarebbe stato sostenuto da tutto il potere che poteva essere comprato con le loro risorse unificate, Mayer Rothschild svelò il suo “Piano Rivoluzionario”.
Con una sottile manipolazione consentita dalla loro ricchezza unificata, sarebbe stato possibile creare condizioni economiche di tale gravità da ridurre, con la disoccupazione, le masse a condizioni di fame e miseria. Con l’uso di un’accorta propaganda, poi, sarebbe stato facile far ricadere la colpa di questa tragedia sul Re, sulla sua Corte, sui Nobili, sulla Chiesa, sugli industriali e sui datori di lavoro. I loro propagandisti ben pagati, quindi, avrebbero avuto facile gioco nel fomentare sentimenti di odio e di vendetta nei confronti delle classi dominanti, esponendo tutti i casi, reali o presunti, di sperpero, condotta licenziosa, ingiustizia, oppressione e persecuzione. Essi avrebbero inventato infamie per infangare altri che, se lasciati agire, avrebbero potuto interferire col loro piano globale.
Dopo questa introduzione generale, fatta per suscitare un ascolto entusiasta al piano che egli stava per svelare, Rothschild prese un manoscritto e procedette a leggere un piano d’azione accuratamente preparato.
Quanto segue è una versione succinta di ciò che mi è stato assicurato essere stata l’esposizione del complotto che aveva lo scopo di controllare le ricchezze, le risorse naturali e la forza-lavoro di tutto il mondo.
1. Il relatore iniziò a svelare il “Piano”, dicendo che, poiché la maggioranza degli uomini erano inclini al male piuttosto che al bene, il miglior risultato che si poteva ottenere nel governarli poteva essere raggiunto con l’uso della violenza e del terrorismo e non con discussioni accademiche. Egli continuò dicendo che, agli inizi, la società umana era soggetta alla forza bruta e cieca, la quale, col tempo, fu tramutata in LEGGE. Egli affermò che la LEGGE era un mascheramento della FORZA. Egli disse che era logico concludere che: “Per le leggi della Natura, il diritto si fonda sulla forza”!
2. Subito dopo, egli affermò che la libertà politica è solo un’idea e non un fatto. Egli disse che per usurpare il potere politico, tutto ciò che era necessario era di predicare il “Liberalismo”, cosicché l’elettorato, per amor di un’idea, avrebbe concesso parte del suo potere e prerogative che i complottatori avrebbero riunito nelle loro mani.
3. Rothschild affermò che il Potere di Dio aveva usurpato il potere dei governanti liberali, persino a quel tempo, nel 1773. Egli ricordò alla sua udienza che vi era stato un tempo in cui la FEDE aveva dominato, ma disse che, una volta che la LIBERTÀ avesse sostituito la FEDE, la gente non avrebbe saputo usarla con moderazione. Egli sostenne che per questo fatto, era logico assumere che il popolo avrebbe usato l’idea della LIBERTÀ per sfociare nella LOTTA DI CLASSE. Egli indicò che era indifferente, per il successo del suo piano, che i Governi legittimi fossero distrutti da nemici interni o esterni, poiché il vincente, per necessità, doveva sempre chiedere l’aiuto del “Capitale”, il quale “è interamente nelle nostre mani”!
4. Rothschild aggiunse che l’uso di ogni mezzo, per raggiungere il loro scopo finale, era giustificato sulla base che il regnante, che governava attraverso un codice morale, non era un politico competente perché si trovava in una posizione di vulnerabilità e di instabilità sul suo trono. Egli disse: “Quelli che desiderano governare devono ricorrere all’astuzia e devono essere convinti che le grandi qualità nazionali, come la franchezza e l’onestà, sono invece vizi, in politica”.
5. Egli affermò che “Il nostro diritto risiede nella forza. La parola DIRITTO è un pensiero astratto e non prova nulla. Io scopro un nuovo DIRITTO… attaccare col DIRITTO del forte, e spargere al vento tutte le forze esistenti dell’ordine e della legge, per ricostruire tutte le istituzioni esistenti e diventare il Signore sovrano di tutti quelli che ci hanno consegnato i DIRITTI e i loro poteri, per averli deposti volontariamente col loro ‘Liberalismo’”.
6. Egli, poi, ammonì i suoi ascoltatori con queste parole: “Il potere delle nostre risorse deve rimanere invisibile fino al momento in cui avrà raggiunto una tale forza che nessuna astuzia o forza potrà minarlo”. Egli li avvertì che ogni deviazione dalla LINEA del piano strategico, che egli stava tracciando, avrebbe rischiato di far naufragare “Il lavoro di secoli”.
7. Rothschild, poi, sostenne l’uso della “Psicologia della plebaglia” per ottenere il controllo delle masse. Egli spiegò che la potenza della plebaglia è cieca, priva di sensi, senza ragione e sempre alla mercé di suggestioni provenienti da ogni parte. Egli affermò: “Solo un governante dispotico può governare la plebe con efficacia, perché senza un dispotismo assoluto non vi può esistere una civiltà che è condotta NON dalle masse ma dalla loro guida, chiunque sia questa persona”. Egli li mise in guardia: “Il momento in cui la plebaglia prenderà la LIBERTÀ nelle sue mani, la trasformerà, immediatamente, in anarchia”.
8. Rothschild, poi, sostenne che l’uso di alcool, droghe, corruzione morale ed ogni altra forma di vizi, fosse utilizzato, in modo sistematico, dai loro “Agentur”[La parola “Agentur” significa un corpo completo e organizzato di agenti-spia, contro-spie, ricattatori, sabotatori, ed ogni cosa o persona che, al di fuori della Legge, sia capace di aiutare, avvantaggiare o far avanzare i piani segreti e le ambizioni dei cospiratori internazionali.], per corrompere la moralità della gioventù delle nazioni. Egli raccomandò di usare “Agentur” speciali addestrati come tutori, valletti, istitutori, contabili, e le nostre donne nei luoghi di dissipazione frequentati dai Goyim. Egli aggiunse: “Nel numero di questi ultimi, io conto anche le cosiddette donne di mondo che diventano seguaci degli altri nella corruzione e nella lussuria. Noi non dobbiamo fermarci davanti al ricatto, all’inganno e al tradimento, quando questi servono per raggiungere i nostri fini”.
9. Rivolgendosi alla politica, Rothschild rivendicò il loro DIRITTO di prendere le proprietà con ogni mezzo e senza esitazione se, nel far questo, essi si assicuravano sottomissione e sovranità. Egli dichiarò: “Il nostro STATO, marciando lungo il sentiero della conquista pacifica, ha il DIRITTO di rimpiazzare gli orrori delle guerre con le meno evidenti ma più efficaci sentenze di morte, necessarie a mantenere il “terrore” che genera la cieca sottomissione”.
10. Trattando il tema dell’uso degli “slogan”, Amschel Mayer Rothschild disse: “Nei tempi antichi, siamo stati noi i primi a mettere le parole “Libertà”, “Uguaglianza” e “Fraternità” sulla bocca delle masse. (…) parole ripetute fino ai giorni nostri dagli stupidi pappagalli; parole dalle quali anche il più saggio dei Goyim [per "Goyim" sono intesi i non-ebrei] non potrebbe cavar nulla dalla loro astrattezza, e senza neppure notare la contraddizione del loro significato e inter-relazione”. Egli affermò che queste parole hanno portato sotto la loro direzione e controllo intere “legioni” “che hanno portato le nostre bandiere con entusiasmo”. Egli spiegò che non vi è alcun posto in natura per “Equaglianza”, “Libertà” o “Fraternità”. Egli disse “Sulle rovine dell’aristocrazia naturale e genealogica dei Goyim, noi abbiamo sovrapposto un’aristocrazia del DENARO. La limitazione di quella aristocrazia è la RICCHEZZA che è in mano nostra”.
11. Egli, poi, espose la sua teoria riguardo la guerra. Nel 1773, egli stabilì un princìpio che i Governi della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, pubblicamente, annunciarono come loro politica comune, nel 1939. Rothschild affermò che la politica dei presenti doveva essere quella di fomentare guerre, ma di dirigere le Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle due parti del conflitto potesse ottenere guadagni territoriali. Egli aggiunse che le guerre dovevano essere dirette in modo tale che le nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondassero sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il potere dei loro “Agentur”.
12. Poi, fu la volta dell’Amministrazione. Rothschild disse ai presenti che dovevano usare la loro ricchezza per favorire l’elezione, in posti pubblici, di candidati che fossero “servili e obbedienti ai nostri comandi, in modo da essere usati come ‘pedine’ nel nostro gioco da uomini ingegnosi e ben addestrati, che noi instaureremo dietro le quinte dei Governi, per agire come consiglieri ufficiali”. Egli, poi, aggiunse: “Gli uomini che noi ‘designeremo’ come ‘Consiglieri’ dovranno essere allevati, coltivati e addestrati sin dalla fanciullezza, in sintonia con le nostre idee, per dirigere gli affari del mondo intero”.
13. Poi, venne il turno della propaganda, e Rothschild spiegò come la loro ricchezza riunita potesse controllare tutte le fonti di informazione pubblica, mentre essi rimarrebbero nell’ombra e al sicuro da ogni attribuzione di colpa, senza curarsi delle ripercussioni causate dalla pubblicazione di libelli, calunnie o falsità. Egli disse: “Grazie alla nostra Stampa, noi abbiamo avuto l’oro nelle nostre mani nonostante il fatto che noi abbiamo dovuto raccoglierlo da oceani di lacrime e sangue… Ma siamo stati ripagati anche se abbiamo dovuto sacrificare molti della nostra gente. Ogni nostra vittima vale mille Goyim”.
14. Egli, in seguito, spiegò la necessità che i loro “Agentur” venissero allo scoperto ed apparissero in scena, quando le condizioni fossero giunte al loro punto più basso, e le masse fossero state già soggiogate con le privazioni e col terrore. Egli indicò che quando fosse giunto il tempo di restaurare l’ordine, essi avrebbero dovuto agire in modo che le vittime fossero indotte a credere di essere state depredate da criminali e da irresponsabili. Egli aggiunse: “Con l’esecuzione dei criminali e dei fanatici, dopo che essi hanno portato a termine il nostro pianificato ‘regno del terrore’, noi dobbiamo apparire come i salvatori degli oppressi ed i campioni dei lavoratori”. Il relatore continuò: “Noi siamo, invece, interessati proprio all’opposto… alla riduzione e all’uccisione dei Goyim”!
15. Rothschild parlò di come provocare la depressione industriale e il panico finanziario e come utilizzarli per servire i loro fini, e spiegò: “La disoccupazione forzata e la fame, imposta alle masse, col potere che noi abbiamo di creare scarsità di cibo, creerà il diritto del Capitale di regnare in modo più sicuro di quanto non fosse quello della vera aristocrazia e dell’autorità legale dei Re”. Egli affermò che, avendo i loro Agentur il controllo della plebaglia, la plebe potrebbe essere usata per spazzar via tutti quelli che oserebbero intralciare il loro piano.
16. L’infiltrazione della Frammassoneria fu discussa in modo estensivo. Rothschild disse che il loro scopo era quello di sfruttare i vantaggi che offriva il segreto massonico. Egli affermò che essi potevano organizzare le loro Logge del Grande Oriente all’interno della Massoneria Azzurra, in modo da continuare le loro attività sovversive e nascondere la vera natura del loro lavoro, sotto la copertura della filantropia. Egli disse che tutti i membri affiliati alle Logge del Grande Oriente dovevano essere usati per il proselitismo e per la diffusione della loro ideologia ateo materialistica tra i Goyim. Egli terminò questa fase della sua presentazione con queste parole: “Quando suonerà l’ora dell’incoronazione del nostro Signore sovrano di tutti i Mondi, queste stesse mani spazzeranno via tutto ciò che potrebbe frapporsi al suo cammino”.
17. Egli espose il valore dell’inganno sistematico, dicendo che i loro agentur dovevano essere addestrati all’uso di frasi altisonanti e di slogan popolari. Essi avrebbero dovuto fare alle masse le promesse più prodighe. Egli osservò: “L’opposto di quello che è stato promesso può essere sempre dato in seguito… e senza conseguenze”. Egli argomentò che, facendo uso delle parole Indipendenza e Libertà, i Goyim potevano essere mossi ad un fervore patriottico tale da farli combattere persino contro le Leggi di Dio e della Natura. Egli aggiunse: “E per questa ragione, dopo aver ottenuto il controllo, il vero NOME DI DIO verrà cancellato dal ‘lessico della vita’”.
18. Egli, poi, dettagliò i piani per la guerra rivoluzionaria; l’arte della battaglia di strada; e delineò il modello del “Regno del Terrore” che – egli insisteva – doveva accompagnare ogni sforzo rivoluzionario “perché è il mezzo più economico per portare la popolazione ad una rapida sottomissione”.
19. Venne poi il turno della Diplomazia. Rothschild disse che, dopo ogni guerra, si deve insistere sulla diplomazia segreta “in modo che i nostri agentur, camuffati da consiglieri ‘politici’, ‘finanziari’ ed ‘economici’, possano portare a termine i nostri ordini, senza timore di esporre “il vero Potere Segreto” dietro gli affari nazionali e internazionali”. Rothschild disse ai presenti che, attraverso la diplomazia segreta, essi dovevano ottenere un tale controllo “che le nazioni non dovevano poter pervenire persino ad un irrilevante accordo privato, senza che i nostri agentur non vi avessero parte”.
20. Il Governo Mondiale come scopo finale. Per raggiungere questo obiettivo Rothschild disse: “Sarà necessario creare dei monopoli immensi e riserve di tale ricchezza colossale che persino le ricchezze più grandi dei Goyim dipenderanno da noi, in tale misura che essi raggiungeranno il fondo, insieme al credito dei loro Governi, NEL GIORNO DOPO LA GRANDE CATASTROFE POLITICA”. Il relatore poi aggiunse: “Voi, gentlemen qui presenti, che siete economisti, potete avere un’idea del significato di questa combinazione”.
21. Guerra economica. Vennero discussi i piani per spogliare i Goym delle loro proprietà terriere e industriali. Rothschild propugnò una combinazione di tasse elevate e competizione sleale per portare alla rovina economica i Goyim nei loro interessi finanziari nazionali e nei loro investimenti. In campo internazionale, egli disse che potevano essere spinti fuori mercato. Questo poteva essere ottenuto con un accurato controllo delle materie prime, con agitazioni organizzate dei lavoratori per avere una riduzione dell’orario di lavoro, ma con aumenti salariali, e con la sovvenzione dei loro concorrenti. Rothschild ammonì i suoi cospiratori che essi dovevano fare in modo che “gli aumenti salariali, ottenuti dai lavoratori, non dovevano beneficiarli in alcun modo”.
22. Armamenti. Fu suggerito di lanciare una corsa agli armamenti in modo tale che i Goyim potessero distruggersi a vicenda, ma su una scala così colossale che alla fine “non rimarranno solo che masse di proletariato nel mondo, con pochi milionari devoti alla nostra causa… e forze di polizia e militari sufficienti a proteggere i nostri interessi”.
23. Il Nuovo Ordine. I membri del Governo Mondiale verranno designati dal Dittatore. Egli sceglierà uomini tra gli scienziati, economisti, finanzieri, industriali, e dai milionari, perché “in sostanza, tutto verrà regolato dal problema dei numeri”.
24. Importanza della gioventù. Rothschild enfatizzò l’importanza di catturare l’interesse della gioventù ammonendo che “I nostri Agentur dovranno infiltrarsi in tutte le classi, a tutti i livelli della società e del Governo, per raggirare, confondere e corrompere i membri più giovani della società, insegnando loro teorie e princìpi che noi sappiamo essere falsi”.
25. Le Leggi Nazionali e Internazionali non devono essere modificate, ma usate come sono per distruggere la civilizzazione dei Goyim “semplicemente col torcerle nella contraddizione dell’interpretazione che prima maschera la legge, e poi la nasconde completamente. Il nostro scopo finale è quello di sostituire l’ARBITRATO alla LEGGE”. Mayer Rothschild, poi, disse alla sua udienza: “Voi potrete pensare che i Goyim si solleveranno contro di noi con le armi, ma, nell’OCCIDENTE, contro questa possibilità, noi abbiamo un’organizzazione di un tale terrore terrificante da far tremare anche i cuori più gagliardi… gli “Underground”… i “Metropolitani”… i corridoi sotterranei… questi saranno creati nelle capitali e nelle città di tutti i paesi, ancor prima che questo pericolo ci possa minacciare”.
***
La parola “OCCIDENTE”, usata da Amschel Mayer Rothschild, è di estrema importanza. Questo chiarisce che Rothschild stava rivolgendosi a uomini che avevano aderito al “Movimento Rivoluzionario Mondiale”, che ebbe inizio con il “Pale of Settlement” [Il “Pale of Settlement”, o “Confine di insediamento”, era una zona geografica, situata nella parte occidentale della Russia, che si stendeva dal Mar Baltico, a nord, fino al Mar Nero, a sud, e dove la maggior parte degli Ebrei, migrati nell’Europa dell’Est, erano stati costretti a risiedere e confinati, a partire dall’anno 1772. La maggioranza erano Ebrei Khazari, noti per la loro cultura yiddish e per le loro pratiche rapaci in campo finanziario, e per la loro mancanza di etica nelle transazioni commerciali. (Cfr. Guy Carr, op. cit., pp. 18 e 63).] (= confine di insediamento) nell’EST. A questo proposito, si deve ricordare che, prima che Amschel Moses Bauer si stabilisse a Francoforte sul Meno (Germania), egli aveva esercitato il suo mestiere di orefice e argentiere, viaggiando estensivamente nell’Est europeo dove egli, indubbiamente, aveva incontrato gli uomini ai quali suo figlio Amschel Mayer si era rivolto, dopo esser cresciuto da presta-denaro a banchiere, e dopo aver stabilito “la Casa dei Rothschild” nella Judenstrasse, proprio il luogo in cui fu tenuto questo incontro, nell’anno 1773.”
Non possiamo avere la certezza assoluta che la riunione del 1773 nella casa della “Targa Rossa” andò esattamente in questo modo ma di altre cose possiamo essere sicuri:
1. I Rothschild sono tutt’ora, a distanza di secoli, una delle famiglie – se non La famiglia – più potente del mondo.
2. Guy Carr scrisse il suo libro del 1958; se le sue fonti non fossero state attendibili, bisognerebbe riconoscere a questo autore delle capacità profetiche.
COMINCIATE A CAPIRE CHI COMANDA??
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VEDERE ANCHE I “PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION”
“Protocolli dei Savi Anziani di Sion”
http://www.juliusevola.it/documenti/template.asp?cod=393

Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=40742